In Italia la principale tecnica di costruzione, dalla seconda metà del novecento, prevede l’utilizzo del cemento armato. Il suo principale nemico? La corrosione dovuta alla Carbonatazione.
Come ogni tecnica costruttiva, anche quella che prevede l’utilizzo del cemento armato presenta dei limiti che coinvolgono, nel caso dei condomini, gli elementi aggettanti esterni: balconi e terrazzi. Questi ultimi, infatti, sono i primi a mostrare segni di degrado. Le cause riconducibili ai danni sono numerose e dipendono da diversi fattori tra cui: la qualità dei materiali, le deformazioni del conglomerato cementizio, la posizione dell’edificio e la conseguente condizione dell’aria che lo circonda. In questa sede focalizzeremo la nostra attenzione su uno dei problemi più diffusi in ambito edilizio che porta al degrado del cemento armato: la carbonatazione. Inizieremo descrivendo il fenomeno, cercheremo di capire come diagnosticarlo ed infine come intervenire per risolverlo.
Ma partiamo dalle basi e , in particolare, dalla composizione del cemento armato (chiamato anche calcestruzzo armato o conglomerato cementizio armato). Si tratta di un materiale composto da calcestruzzo e barre di acciaio – armatura – incorporate al suo interno.
In generale quando si parla di carbonatazione si fa riferimento a un processo chimico per cui una sostanza, in presenza di anidride carbonica, dà luogo alla formazione di carbonati.
L’elemento responsabile del fenomeno è l’anidride carbonica; agente aggressivo più comune e fra i più deleteri presente nell’atmosfera in concentrazioni sempre più crescenti, soprattutto nei centri urbani.
In ambito edilizio,il fenomeno chimico della carbonatazione interessa il calcestruzzo, dove l’idrossido di calcio reagisce con l’anidride carbonica con conseguente formazione di carbonato di calcio. Questa reazione interessa il calcestruzzo che ha influenze negative sui ferri di armatura, provocandone l’ossidazione e la successiva corrosione. Quest’ultima porta ad una progressiva riduzione dei margini di sicurezza previsti nella progettazione strutturale, compromettendone la durabilità.
Il danno che si viene a creare non è solo estetico ma anche e soprattutto strutturale in quanto le sezioni metalliche di progetto non sono più rispettate e il ferro non è più protetto.
A causa dell’elevato tenore di anidride carbonica, non è possibile sottrarre le strutture in cemento armato al fenomeno della carbonatazione. Trattandosi però di danni visibili a occhio nudo è praticamente impossibile non notarli!
Per una corretta gestione della manutenzione delle opere in calcestruzzo armato è necessario effettuare controlli che consentano di diagnosticare le eventuali forme di degrado in atto, l’estensione e la sua evoluzione futura. Questi controlli sono indispensabili per progettare qualsiasi efficace intervento di risanamento. Per valutare il degrado su una struttura è possibile effettuare analisi in loco che consentono di misurare la profondità del fronte di carbonatazione, determinare l’evoluzione futura della penetrazione e prevedere l’innesco dei fenomeni corrosivi alle armature.
Complet Edil è un partner affidabile per combattere la carbonatazione del cemento armato.
I cicli di intervento comprendono:
– il controllo generale di tutte le superfici con rimozione delle parti in fase di distacco
– la pulizia profonda dei ferri d’armatura ed il successivo trattamento passivante
– la ricostruzione volumetrica con malte tissotropiche fibrate a ritiro compensato
– l’eventuale rasatura superficiale
– l’applicazione di pitture protettive anti-carbonatazione
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